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Il vino è per vecchi? La ricerca che fa discutere

La Generazione Z si avvicina al vino, ma una barriera inaspettata frena il consumo: ecco cosa chiedono i giovani e perché il mondo del Vino Gen Z è a una svolta

Da Novella Cucina

L’Italia si conferma la meta da sogno per eccellenza, superando destinazioni come Stati Uniti e Australia. Il successo poggia su due pilastri: enogastronomia e autenticità. Una recente ricerca di Ipsos Doxa e Wine Tourism Hub, presentata al BTO di Firenze, evidenzia un sentiment positivo verso il food & wine (86%), superiore persino al turismo (81%) e alla cultura (84%). Il gusto, insomma, racconta il Paese in modo imbattibile. Il rapporto tra Vino e Gen Z sta definendo nuove tendenze di consumo.

Il vino come simbolo dell’eccellenza italiana

Nella classifica delle eccellenze nazionali, il vino conquista il primo posto. Il 56% dei ceti elevati lo indica come simbolo, battendo il turismo (50%) e la moda (46%). Questo trittico unisce economia, stile di vita e memoria. Sorprendentemente, anche chi visita regolarmente l’Italia continua a desiderarla come meta da sogno, dimostrando un fascino che non sbiadisce ma si rinnova.

Per la Generazione Z, il vino è sinonimo di condivisione (64%) e convivialità (65%). Emerge però una barriera: quasi quattro under 30 su dieci (38%) ammettono di «non capirci molto», e il 58% ha «paura di dire cose sbagliate». Il 51% giudica il settore “troppo tecnico”. La Gen Z non rifiuta il prodotto, ma le sovrastrutture. Cercano racconti diretti, visivi e partecipativi, lontani da snobismi e linguaggi da sommelier.

Meno quantità, più esperienze autentiche

«La Generazione Z non vuole essere educata, vuole essere coinvolta», afferma Lavinia Furlani, presidente di Wine People. I giovani prediligono uno storytelling spontaneo. Il 75% di chi consuma alcol sceglie di moderare le quantità, spinto da motivi di salute, immagine social e budget (fascia 10-25 euro). L’enoturismo è cruciale, ma deve cambiare: il 39% giudica le esperienze in cantina “troppo lunghe” e il 38% “noiose”. La soluzione? Esperienze brevi, immersive, come pic-nic tra i filari e degustazioni con musica. I dati Ipsos Future4Tourism confermano la crescita (+7%) dell’interesse per esperienze locali autentiche, trainate proprio dai giovani.

A cura di Davide Cannata
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