Il rito milanese compie 110 anni: il Camparino festeggia tra ospiti internazionali e un’icona di design firmata Alessi. Pochi luoghi raccontano Milano quanto il Camparino in Galleria. Dal 1915 è il punto in cui eleganza, convivialità e cultura dell’aperitivo si incontrano, trasformando un semplice gesto quotidiano in un vero rituale cittadino. Oggi il locale simbolo della Galleria Vittorio Emanuele II festeggia 110 anni e lo fa con lo stile autenticamente milanese che l’ha reso famoso: eventi esclusivi, ospiti internazionali e un oggetto di design destinato a diventare cult.
Tre giorni per celebrare un’icona
Il progetto celebrativo – The Finest of Milan Culture – Stirred 110 Times – si trasforma in un racconto in tre atti, dal 12 al 14 novembre. Si parte con una conferenza stampa che introduce una speciale collaborazione con Alessi: un mixing glass in edizione limitata, prodotto in soli 110 esemplari, che reinterpreta il gesto della miscelazione come un’arte tutta milanese. A seguire, due guest shift che portano in città due istituzioni del bere: Harry’s New York Bar da Parigi e Dante NYC, entrambi nati nel 1915, in un dialogo transoceanico che unisce storia e contemporaneità. Il 14 novembre è la serata clou: un evento che richiama personalità dal mondo del design e della cultura. Il Bar di Passo si anima con un dj set in vinile, mentre la Sala Spiritello ospita un party esclusivo animato dal partner d’eccezione Sacher Hotel Vienna, con la sua Original Sacher-Torte.
Un menù che ripercorre un secolo di gusto
Per l’anniversario, il Camparino svela anche un nuovo menù invernale: 11 cocktail, uno per ogni decade della sua storia, dal leggendario Campari Selz del 1915 al contemporaneo Cask Finished Compadre, che racconta l’evoluzione della mixology attraverso aromi, tendenze e intuizioni creative. Non è solo una drink list: è un viaggio nella memoria liquida della città.
Alessi e Camparino: un oggetto da custodire
Il mixing glass creato da Alessi è il tributo perfetto alla Milano del design. Linee essenziali, acciaio inox 18/10, prestazioni da professionisti e un’estetica che richiama la verticalità della bottiglia Campari: un oggetto pensato per preparare due Negroni da condividere, perché l’aperitivo – qui – è prima di tutto un gesto di socialità.
A 110 anni dalla sua nascita, il Camparino non è solo un bar: è un’istituzione. Un luogo che ha plasmato il modo di vivere l’aperitivo, trasformandolo in un’esperienza culturale. E questa celebrazione, tra design, mixology e ospiti internazionali, dimostra una cosa: il rito milanese continua a evolversi, senza mai perdere la sua anima. Milano cambia, sì. Ma il suo aperitivo, quello vero, resta sempre lì: sotto la Galleria, con un bicchiere rosso in mano e lo sguardo rivolto verso il futuro.
A cura di Victor Venturelli
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